Cambiamenti climatici, innovazione, ricambio generazionale, aumento dei prezzi: queste sono solo alcune delle problematiche più sentite dall’agricoltura piemontese, le cui filiere produttive richiedono un supporto concreto per tutelare la propria sostenibilità futura, a livello sia economico e lavorativo sia ambientale.
Dal 2018 al 2023 il numero degli occupati nelle cooperative agricole aderenti è aumentato significativamente e in modo piuttosto graduale, passando da 1653 a 1921 dipendenti: una crescita che evidenzia la produttività del settore agricolo e la sua centralità per l’economia piemontese, storicamente incardinata sulle attività agroalimentari. Una crescita che, tuttavia, risulta faticosa e ostica, a causa dei diversi ostacoli che si trova a dover superare.
Parallelamente a un aumento costante dei lavoratori si è assistito a una decrescita dei soci negli ultimi due anni. Con 20.520 soci delle cooperative aderenti a Fedagripesca Piemonte nel 2023, dal 2021 al 2023 l’età media dei soci si è alzata visibilmente: i soci tra i 31 e i 50 anni sono diminuiti dal 52% al 39%, mentre gli over 50 sono aumentati dal 42% al 58%. È rimasta invariata invece la già bassa percentuale di giovani tra i 18 e i 30 anni, che si attesta al 3%.
Ricambio generazionale
In una regione che basa gran parte della propria economia sul comparto agricolo, le professioni legate al settore dell’agricoltura dovrebbero rappresentare un’opportunità molto appetibile per le nuove generazioni che, invece, solo in pochi casi scelgono di intraprendere quest’attività, prediligendo spesso professioni più remunerative o, da un certo punto di vista, meno faticose.
Il lento ricambio generazionale risulta problematico non solo per una questione meramente pratica legata alla difficoltà nel trovare lavoratori promettenti, ma anche per un altro motivo: gli agricoltori più avanti con l’età spesso sono molto ancorati alla tradizione e poco fiduciosi nei cambiamenti richiesti dalle prospettive future. Come in ogni ambito, anche in agricoltura è necessario un ricambio generazionale che diventa inevitabilmente sinonimo di freschezza, di creatività e di apertura al futuro.
Di fronte alla penuria di giovani agricoltori, occorre che i programmi educativi siano non solo aggiornati costantemente per rimanere al passo con le innovazioni, ma anche più attraenti per i giovani. Da questo punto di vista, un passo importante è stato fatto dal Politecnico di Torino, che proprio nell’autunno 2023 ha avviato un corso di laurea magistrale in AgriTech Engineering, uno dei primi in Italia: si tratta di un corso in ingegneria che formerà persone esperte capaci di muoversi in modo trasversale nei campi dell’elettronica, della meccanica e delle scienze ambientali, avendo al contempo una base in economia e legislazione relativa all’agroalimentare.
Queste nuove figure professionali dovranno mettere insieme tutto questo partendo sempre dalle esigenze reali delle aziende agricole. Proprio questi nuovi indirizzi di studio daranno nuova linfa al comparto agricolo, che, grazie a una stretta collaborazione con università e istituti di ricerca, potrà certamente ricevere un impulso significativo per la propria crescita.
Ricerca e meccanizzazione
Uno dei principali ostacoli che l’agricoltura piemontese deve affrontare è senz’altro rappresentato dai cambiamenti climatici. Fenomeni come l’aumento delle temperature, la variabilità delle precipitazioni e l’incremento di eventi estremi come siccità e alluvioni mettono a dura prova la capacità di adattamento delle colture tradizionali, incidendo negativamente sui raccolti e sulla gestione delle risorse idriche.
La ricerca può senz’altro rispondere con efficacia all’emergenza climatica, prospettando lo sviluppo di tecnologie innovative che possono diventare un valido strumento in mano alle cooperative agricole: miglioramento genetico, genome editing, telerilevamento, sistemi di supporto alle decisioni nell’irrigazione, inerbimento controllato e buone pratiche per la gestione del suolo sono tutte strategie su cui gli istituti di ricerca non solo piemontesi stanno investendo molte risorse.
La meccanizzazione
Ma l’innovazione riguarda anche un altro settore di grande importanza: la meccanizzazione. Soprattutto in Piemonte, dove la provincia di Cuneo è da sempre votata alla costruzione di macchinari agricoli e agli studi per renderli più efficienti e sostenibili, lavorare per rendere più efficienti, moderni e sicuri i macchinari agricoli è certamente una strada maestra per supportare lo sviluppo del settore.
In conclusione, sebbene l’innovazione tecnologica, la ricerca e la formazione rappresentino passi avanti importanti, la loro efficacia dipenderà dalla capacità dell’agricoltura piemontese di superare le barriere economiche, culturali e strutturali esistenti. Solo attraverso un impegno congiunto di agricoltori, istituzioni, comunità scientifica e giovani sarà possibile navigare tra le incertezze del futuro, garantendo al tempo stesso la promozione di un’agricoltura piemontese resiliente e sostenibile.